Copyright online: in Europa approvato un sistema di licenze collettive, in Francia un’Hadopi edulcorata

Il 9 luglio scorso la Commissione Juri (commissione di affari giuridici) del Parlamento Europeo ha approvato una proposta di direttiva sulla gestione collettiva dei diritti a livello europeo.

Sono anni che si auspica la creazione di un mercato unico di licenze paneuropee (per la musica, ma non soltanto), ma negli ultimi tempi l’urgenza si era fatta più stringente in conseguenza di una società sempre più interconnessa e quindi anche al fine di cogliere e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal digitale.

Gli obiettivi della proposta sono, in primis, quello di migliorare la governance e la trasparenza delle società di gestione collettiva dei diritti attraverso una rinnovata regolamentazione: questo elemento appare cruciale sia per gli autori e gli artisti che potranno ottenere pagamenti puntuali dalle società di gestione dei diritti cui si affidano, ma anche per il mercato interno e per la diffusione della cultura nel suo insieme. In secondo luogo si auspica di rendere più semplice, per i service providers che operano online – come iTunes e Spotify – l’ottenimento delle licenze e l’offerta dei propri servizi in Europa.

In parallelo a iniziative di singole collecting society, sono stati avviati dibattiti istituzionali volti a guidare un’armonizzazione ed una regolazione che ormai si pone come imprescindibile.

La proposta di direttiva sembra aver riscontrato un plauso generale, votata all’unanimità dai 22 membri della Commissione. La relatrice, la francese Marielle Gallo, del Partito Popolare Europeo, ha sottolineato come, per la prima volta, si sia raggiunta l’unanimità su un documento in materia di tutela del copyright, aldilà di divergenze di colore politico e ideologico.

La proposta prevede che i fornitori di servizi online possano rivolgersi ad una sola entità al fine di ottenere licenze e gestire le opere di artisti di differente provenienza. Un processo di “snellimento” dunque, oltre che un passo importante verso l’armonizzazione e l’auspicato mercato unico digitale.

“Un passo avanti per il mercato, un passo avanti per gli artisti, capace di ampliare il panorama della cultura per i cittadini”, ha commentato la relatrice della proposta.

Rimanendo in tema, è sempre del 9 luglio scorso la pubblicazione del decreto, sul Journal Officiel, con il quale viene soppressa la sanzione di sospensione di accesso ad internet che poteva essere inferta, su richiesta del giudice, dal sistema Hadopi. Si prende atto quindi che la Francia ha in parte “edulcorato” le proprie strategie di lotta alla pirateria: il giudice, in caso di condanna, non potrà più richiedere la sospensione della connessione ma soltanto il pagamento di una sanzione per un massimo di 1.500 euro. Del resto, ha sottolineato il Ministro della Cultura e della Comunicazione francese, Aurélie Filippetti, l’abbandono delle disconnessioni non ha nulla a che vedere con il diritto del cittadino a informarsi e a comunicare in rete, né tantomeno con dettato costituzionale. E, soprattutto, ha proseguito, questo mette in evidenza come l’asse prioritario sia divenuto quello di una battaglia alla pirateria commerciale, contro quei siti che traggono profitti dai contenuti pirata, monetizzandoli senza remunerare i creatori. Si tratta dunque di un cambiamento di strategia e di… “filosofia”, che non mira più a opporre creatori ed internauti, minacciando questi ultimi con il taglio dell’accesso alla rete, divenuta peraltro – soprattutto per i più giovani – un mezzo fondamentale di accesso alla cultura.

Le competenze dell’Hadopi, ha concluso la Filippetti, verranno trasferite al Csa –  Conseil Superieur de l’Audiovisuel, e l’Haute Autorité verrà soppressa.

( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – E. ) 11 luglio 2013

Allarme pirateria. L’Aesvi risponde con la campagna “All4Games”

Grande continua ad essere la preoccupazione dei produttori di contenuto rispetto al problema – ancora irrisolto in Italia – della pirateria audiovisiva. Nei mesi scorsi lo “Special 301 Report 2013” del Governo Americano aveva lasciato, anche per l’anno 2012, l’Italia nella “watch list” (ove era stata “allocata” anche l’anno precedente), ovvero in quell’elenco di Paesi da tenere “sotto osservazione”. Si leggono nel rapporto le ragioni della scelta: “Nonostante l’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) abbia fatto progressi tra il 2011 e l’inizio del 2012 con un regolamento mirato a combattere la pirateria online, questo procedimento è ancora in fase di stallo. Questo fa sì che i titolari del diritto d’autore debbano affrontare grosse sfide per creare meccanismi efficaci contro la pirateria su Internet. Gli Stati Uniti incoraggiano l’adozione di provvedimenti che riducano i tempi di giudizio nelle controversie sul diritto d’autore nei tribunali italiani e garantiscano che si arrivi a sentenze definitive”.

Proprio nelle scorse settimane l’Agcom, sotto la guida del Presidente Cardani, ha ripreso in mano la delicata questione della tutela del diritto d’autore online, promuovendo anche un workshop internazionale di discussione e confronto nella istituzionale sede di Montecitorio (per un approfondimento, su queste stesse colonne “Speciale Diritto d’Autore online. Workshop Agcom 24 maggio 2013”), ed appare ormai risoluta a voler trovare una soluzione nel breve periodo – tanto da aver annunciato un provvedimento addirittura “prima dell’estate”.

Ciò nonostante la situazione permane critica e, nel 2012 l’Italia è risultata essere terza in classifica – e non si tratta certo di una posizione di cui andar fieri – per volume di scambio di videogiochi pirata su reti peer to peer e su piattaforme cyberlocker.

A muoversi questa volta è stata dunque l’Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), lanciando la campagna di sensibilizzazione “All4Games”. La campagna è stata realizzata con il contributo di tre sviluppatori italiani: Michele Caletti (Game Director di Milestone), Andrea Tabacco (Game Designer di Forge Reply), Gianmarco Zanna (Producer di Ubisoft Milan), ed è stata sviluppata col supporto di FleishmanHillard, società di comunicazione integrata, SlowDance, casa di produzione e Wishbone Farm, digital manufacturers.

I tre video raccontano la storia dei professionisti che ogni giorno, grazie al loro lavoro, contribuiscono a creare videogames capaci di intrattenere giocatori di tutto il mondo; l’attenzione viene focalizzata sulla passione per il videogioco, punto di partenza per coloro che hanno scelto di trasformare questa passione in un percorso professionale.

Il segretario generale Aesvi, Thalita Malagò, ha così commentato l’iniziativa “Quando si gioca con un videogioco, raramente si pensa al lavoro che ha portato alla sua realizzazione e alle persone che vi hanno contribuito. All4Games nasce con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei consumatori su ciò che sta all’origine del nostro e del loro divertimento. Attraverso le tre storie che raccontiamo su www.all4games.it ci proponiamo di sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza di rispettare il diritto d’autore, che rappresenta un fattore chiave per lo sviluppo dell’industria dei videogiochi in Italia e nel mondo”.

Importante sottolineare l’approccio innovativo e finanche “positivo” che contraddistingue l’impostazione di questa campagna di sensibilizzazione, i cui video non “minacciano” l’utente “scaricone”, ma puntano sull’elemento di condivisione esistente tra sviluppatore e fruitore, spingendo entrambi (ma soprattutto il secondo!) ad una maggiore attenzione per la tutela del prodotto.

 

( a cura della Redazione di Italiaudiovisiva – E. ) 5 luglio 2013